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Emilia-Romagna

Martina Grimaldi, dall'Arcoveggio al bronzo dei Mondiali di nuoto

Ventuno anni non ancora compiuti e una grande riservatezza: si presenta così l'atleta bolognese dopo il terzo posto ottenuto ieri nella 10 km donne.

La nuotatrice dell'Uisp Bologna Martina Grimaldidi Vittorio Martone e Federica Loreti


ROMA - Ventuno anni non ancora compiuti e una grande riservatezza che sfiora la ritrosia. Però Martina Grimaldi, nuotatrice del Circolo Nuoto Uisp Bologna, dopo il bronzo ottenuto ai Mondiali di Roma 2009 nella 10 km donne disputatasi in acque aperte ad Ostia la mattina del 22 luglio ha dovuto imparare a fare i conti in un colpo solo con i riflettori dei media e l'insistenza delle telefonate dei giornalisti. Noi l'abbiamo intercettata oggi pomeriggio senza poter prescindere da una riflessione iniziale sull'improvvisa notorietà che la giovane atleta si è meritata.

"Questo stare al centro dell'attenzione, da un lato, mi fa sicuramente molto piacere. Però, al di là della contentezza, rimango molto emozionata di fronte ad ogni telefonata perché essendo timida non riesco a non sentirmi in impaccio. Chiaramente preferisco dover fare i conti con questo problema, perché altrimenti vorrebbe dire che la mia gara è andata male".

Raccontaci come hai vissuto la gara e la conquista del terzo posto.
"Quando all'ultima boa ho virato accanto alla mia rivale inglese (Keri-Anne Payne, ndr) sapevo che non mancava più di tanto e che da lì dovevo stringere i denti per affrontare la parte finale e cercare di giocarmi il podio. In quel momento per la testa mi è passata solo la necessità di rimanere concentrati per restare col gruppo di testa. Poi quando mancavano davvero pochi metri al traguardo ho cominciato a dirmi che ce l'avevo fatta e che una parte del mio sogno si stava avverando. Quel momento del passaggio alla boa però è stato davvero importante, perché prima, ripeto, sognavo soltanto".

Sai che per la provenienza geografica e per l'aver accarezzato un risultato appena superiore la tua gara potrebbe ricordare quella di Josefa Idem alle Olimpiadi di Pechino?
"Non scherziamo (ride, ndr). Questa idea non mi ha nemmeno sfiorata. La Idem è una grande atleta che io stimo tantissimo e se mai in futuro qualcuno mi dovesse accostare a lei ne sarei contentissima. Ma nel mio piccolo posso appena sperare di fare una carriera anche solo un po' simile alla sua".

Come ti stai preparando alla 25 chilometri di sabato?
"Per ora ho fatto qualche massaggio, un po' di terapia concentrata soprattutto sulle spalle e qualche allenamento breve al polo natatorio di Ostia. In realtà cerco di riposare il più possibile. Cosa difficile tra l'altro: ieri infatti non è stata una di quelle serate in cui ti addormenti tranquilla".

Cosa racconterai di questa esperienza agli amici del Circolo Nuoto Uisp di Bologna?
"Per ora ho già sentito praticamente tutti; tra l'altro anche la mia pagina su Facebook me la sono ritrovata piena di messaggi e di complimenti. È chiaro che non vediamo l'ora di incontrarci, ma so che tutti mi hanno seguita e mi sono vicini. Quando torno cercherò di raccontare quello che ho vissuto, ma penso che più che parlare ce ne andremo subito a festeggiare. Oltre che a loro, penso in particolare ad un altro mio compagno, Marco (Orsi, ndr) che oggi gareggia in vasca e che è alla prima esperienza in un contesto simile".

Qual è il tuo rapporto con il tuo allenatore Fabio Cuzzani del Centro Nuoto Uisp di Bologna?
"Durante il tragitto Fabio era fermo su un pontone a darmi i riferimenti e l'ho visto due o tre volte. Mi ha aiutata tanto, soprattutto nel momento in cui in gara mi sentivo stanca e un po' strana. Lui mi ha invitata a star tranquilla perché stavo andando bene e mi potevo giocare la gara senza difficoltà. Mi ha spinto a non farmi troppi 'viaggi' con la testa, cosa che tra l'altro non sono portata a fare, e mi ha rassicurata. Anche negli allenamenti a Bologna lui, come gli altri allenatori che sono davvero grandi, mi è sempre stato vicino".

Raccontaci qualcosa della tua storia. Come ti sei avvicinata al nuoto?
"Mi hanno messo in vasca quando avevo solo 3 anni e da allora sono cresciuta praticando questa disciplina. Ho partecipato a tre Mondiali di nuoto, il primo nel 2006, ed alle Olimpiadi dell'anno scorso. Sono cresciuta in un centro dell'Uisp perciò, aldilà dello sport professionistico, respiro da sempre anche il clima dello sportpertutti, quello dell'associazione, che attraverso i suoi valori unisce le persone e crea legami forti. Io ogni anno, per esempio, faccio la preparazione atletica in montagna con il gruppo giovanile del Circolo Nuoto di Arcoveggio ed ho stretto con i ragazzi rapporti di amicizia importanti e che durano nel tempo".

Si parla spesso dello sport come sacrificio. Qual è il tuo punto di vista?
"Lo sport per me è innanzitutto una passione. È chiaro che con il professionismo qualche sacrificio va fatto, tipo quello di rinunciare ogni tanto a qualche uscita con gli amici. Però quell'idea di divertimento, di benessere nel fare sport non deve mancare mai, perché fare sport non può assolutamente rappresentare un obbligo".

Quali progetti hai per il futuro, anche al di là dell'attività sportiva?
"Oltre allo sport penso all'università: infatti sono iscritta al primo anno alla facoltà di Scienze statistiche a Bologna e vorrei proseguire, chiaramente cercando di conciliare lo studio con lo sport. Però credo che il nuoto non lo abbandonerò, meno che mai in questo momento".

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